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...Sono una bambina capricciosa e sognatrice,
una ragazza complicata e lunatica,
una donna che sta' nascendo e si fa forza per affrontare il peso della vita.


giovedì 26 marzo 2015

"Alla cazzo"


Ed eccomi qui con una irrefrenabile voglia di scrivere, lasciata lì ormai a bruciare da giorni, in attesa di quella illuminazione divina... che non c'è.

Che non c'è mai.

(Quindi vi tocca accontentarvi, mi dispiace.)

Desidero scrivere, mettere per inciso in miei sentimenti con l'illusione di capirci un po' di più, di dare ordine a tutto il caos che ho in testa.

Sono qui davanti al computer in tuta, rigorosamente abbinata: felpa beige, pantaloni marroni, calzettoni (per me è sempre inverno) viola a righe, pantofole verdi. Una accozzaglia che ogni fashion blogger mi invidierebbe.. no?
Ah gia', dimenticavo il tocco finale...! Capelli legati con una treccia sfatta e occhiali di harry potter.
Sono completamente scandalosa, lo so'. Eppure credo che questi miei abiti, abbinati così... alla “cazzo” (non c'è termine migliore) rappresentino la mia vita.

Sì, una vita alla cazzo in tutti i campi.

Lavoro tanto per lavorare.
Parlo tanto per parlare.
Mangio tanto per mangiare.
Esco tanto per uscire.
Sorrido tanto per sorridere.
(…)

Mi ritrovo a fare le cose ogni giorno semplicemente perchè “vanno fatte”.
Senza uno scopo ben preciso, senza una meta prefissata, senza una voglia che mi fa fremere l'anima... senza e basta.
Mi sento viva soltanto perchè mi vedo, guardo gli altri attorno a me, mi muovo... tuttavia è come se stessi compiendo le mie azioni senza volerlo davvero.
Come se qualcuno mi avesse ordinato di farlo e io semplicemente ubbidisco. Senza troppa fatica, ma nemmeno con il desiderio di dare atto a tutto ciò.

Mi pare di essere in preda ad un fiume in piena, in una mattinata tiepida ma piovosa, in cui mi lascio trascinare, a tratti velocemente, a tratti lievemente, dalla corrente... spinta dalla forza di gravità scendo, arrivo fino a valle.
Poi lì mi accorgo che ci sono tante persone, ognuna di esse si dirige verso una direzione ben precisa, sicure di sé (almeno mi sembra), coraggiose, felici di provarci, di andare oltre.
Io sono in piano senza sapere neanche per quale motivo sono qua, senza capire come ci sono arrivata e, ovviamente, senza sapere dove andare.

...Non so' un cazzo, ecco.




Mi sento persa, disorientata, fragile, insicura e malfidata verso il paesaggio dinanzi ai miei occhi.
Riconosco di esserci gia' stata, ma non in questo modo, non con questo senso di deriva.
Tutto il contrario.
Ricordo di aver percorso strade con grande sicurezza, entusiasmo, ambizione. Camminavo, correvo in avanti con la voglia di farlo, con la convizione che ciò fosse la cosa giusta, la cosa adatta a me.

Adesso no.
Adesso cammino soltanto perchè di rimanere ferma non me la sento, so' bene che non porta a niente. Non torno indietro perchè l'inferno che c'è stato mi è bastato, e ripeterlo sarebbe assolutamente rischioso e deleterio per me e per chi mi sta vicino.
Quindi faccio passi in avanti, imbocco più vie, alcune strette, tortuose, altre piene di fiori e festose... Ma con quell'aria di un pesce fuor d'acqua, di colei che non si riconosce in quell'ambiente, che patisce e ogni tanto desidererebbe tornare in quel limbo. ...Dolce limbo illusorio dell'anoressia, dove tutto era apparentemente sotto controllo, soddisfacente, pianificato.

Un anima in preda ad un assalto di dubbi che attanagliano la mente, sempre più numerosi, sempre più grandi e con il desiderio di essere scoperti, di cambiare forma, di trovare finalmente una risposta per ognuno.
Punti interrogativi di qualsiasi tipo, assolutamente banali, filosofici, personali, futuristici, angoscianti...


Perchè continuo a camminare?A quale scopo?
Perchè ho scelto questa strada?
Dove mi sto' dirigendo?
Farò una ennesima cazzata?
Chi sono io in fondo?
(...)


Una mente dispersa, succube, deviata... con in atto una  intensa crisi esistenziale.


Un bacio a tutti quanti voi!
Ancora grazie per le visite e i commenti.

Ilaria.









venerdì 20 marzo 2015

Auguri Principessa!







Sì. C è proprio qualcosa, o per meglio dire, "qualcuno", di buono in ogni giorno.

Nella mia giornata quel qualcuno è rappresentato da Lei, una Cagnolina di nome "Sissi", la mia principessina.
Amo definirla così perché il mio cartone preferito fin da piccola è stata, appunto, "La principessa Sissi", dal quale, come si può percepire, ho tratto il nome...qualcuna di voi credo che lo avrà presente... Forse vi torneranno in mente alcuni ricordi d'infanzia...

Scelsi "Sissi" ancor prima di vederla, quando nell' aria casalinga aleggiava l'idea di prendere un nuovo cane, dato che Luna se ne era andata l'anno precedente.
Luna era la mia sorellina, con la quale ho vissuto per 5 anni, terminati con una morte più che assurda, ingiusta. Avvelenamento. Mai saputo chi fosse stato, mai saputo il motivo. (Anche se di ipotesi ne ho fatte varie)
Ricordo che mi cascò il mondo addosso appena la vidi accasciata in giardino, con la bava alla bocca, fredda, immobile.. la portai di corsa dal veterinario, ancora in pigiama, ma non ci fu nulla da fare. Era una calda mattinata degli inizi di Luglio ed il mio cuore era gelato. 
Piansi tanto. Ero incazzata e triste. Forse fu proprio da qui che la mia tristezza mi assalì definitivamente e, l' anoressia, che già mi aggirava e tentava, riprese il sopravvento.

Mi ero giurata che non avrei mai più preso un altro cane. Perché il dolore di una ennesima perdita sarebbe stato esagerato, troppo grande per una persona troppo debole come me. 
Preferivo non amare fin dall' inizio piuttosto che soffrire dopo la perdita di un Amore.

Urlai tanto con i miei genitori, i quali insistevano a riprenderne uno, non subito, ma dopo 4-5 mesi. Il motivo era quello di far sentire meno solo mio fratello, di aiutarlo, la cd. "Pet terapy", consigliata a tutti, ancor di più ad un bambino malato di autismo.
Fui in un certo senso costretta a smettere di oppormi alla loro decisione, continuando però a non approvarla mai, fino a che, un tiepida serata di Maggio, mentre tornavo da una frenetica corsa, mi ritrovai in casa questo animaletto nero e bianco.
Un batuffolino di pelo, impaurito, disorientato, stanco ma bisognoso di coccole.
Un cucciolo di border collie, preso da un pastore sulle campagne un po distanti da me, trovato grazie all'annuncio nell'ufficio della veterinaria.
Mi bastò vederlo, accarezzarLo, per farmi dimenticare tutta la rabbia accumulata l'anno precedente, eliminai la paura di dimenticarmi di Luna, di sostituirla con qualcun' altro.
Avevo tanto timore che amando un nuovo animale, il mio affetto per Luna sarebbe stato azzerato, credevo che le avrei fatto una specie di torto.
In realtà adesso sono sicura che sarebbe fiera di me,in fondo voglio bene a Sissi come ne volevo a Luna (e ne voglio ancora). Non me la dimenticherò mai, nonostante non sia più qui.

Molti di voi crederanno che io sia totalmente matta, una bambina stupida travestita da 22enne, in fondo "è solo un cane..." Mi è stato risposto più volte...

No. Non è un cane, è molto di più.
È una compagna di avventure, di esperienze, di vita, la quale ti fa vivere meglio ed affrontare le difficoltà con maggiore spirito, ti fa imparare ad amare e a capire cosa sia la Fedeltá. Quella con la "F" maiuscola che noi umani non conosciamo. 

Adesso mi ritrovo qui, con la Sissi accanto, sdraiata sulle mie gambe nonostante sia troppo grossa per starci comoda, con gli occhi brillanti che mi osservano incuriositi e con una marea di amore dentro.
Mi ritrovo qua a celebrare il suo primo anno di Vita in questa terra piena di odio, di falsità, di nervosismo, rabbia... Un anno, o quasi insomma, in cui ha saputo farmi vedere le cose da un' altra prospettiva: quella dell'affetto puro, dell'amore incondizionato, senza il bisogno che questo venga ricambiato in ugual modo.
Perché i cani (meglio dire gli animali in genere) ti danno Amore senza pretendere nulla in cambio. Diversamente dagli uomini.
Ti rimangono accanto sempre, nei tuoi giorni felici, in quelli tristi, i quelli in cui ti senti persa, quando sei malata, invecchiata, povera, impaurita... loro sono qui, di fronte a te, a sostenerti e a darti una leccata di conforto, di coraggio e di spinta ad amare.

Loro ci sono.

Lei c è. Sempre.


C è sempre stata nei giorni migliori fatti di allegria, di sorrisi, ma, sopratutto, in quelli pieni di nervosismo, di angoscia, di solitudine della malattia.

Per cui questo post è per LEI, LA MIA PRINCIPESSA.

Tantissimi auguri Sissi, che questo anno sia il primo di una lunga serie, assieme a me, a noi.


Ti voglio bene, infinitamente.
Grazie della tua amicizia, della tua fedeltà e della tua voglia di vivere. Perché è grazie un pò anche a te se io, sto ritrovando la mia.



Un saluto a tutti voi lettori di questo mio angolo :)

Grazie di passare di qua!

Ilaria.


mercoledì 11 marzo 2015

Amarsi, amare ed essere amati.



Non ho amato nessuno in 22 anni. Mai.
Mai provata quella sensazione di follia che molti raccontano come un dolce ricordo, come un vortice di emozioni esplosive, come una camminata tra le nuvole in mezzo al cielo limpido...

Mai avuto questa fortuna. Forse neanche si può parlare di fortuna, ma semplicemente di destino. ...Possibile che non sia destinata ad amare? A farmi amare? 
Certe volte ho la sensazione che sia davvero così. Altre invece no.
Penso spesso che il mio carattere è troppo complicato per poter essere apprezzato. La mia persona troppo solitaria, negativa, imbarazzata per potersi gettare lievemente nelle braccia altrui.

Le altre volte ritenere che sia "colpa del destino" la vedo solo come una stupida giustificazione per me stessa, cercando di incolparmi il meno possibile, ritenendo che non potevo (e non posso) fare nulla per cambiare.
Sono quasi sicura che amare sia da coraggiosi. 
Rischiare i propri sentimenti, gettarsi verso chi ci sta di fronte ad occhi chiusi, sono azioni compiute da coloro che hanno un grande coraggio.
Il coraggio di mettersi in gioco, vivendo davvero a 360 gradi.

Io non sono coraggiosa. 
Io preferisco rimanere ferma, stazionaria in una certa postazione, rigida, con l' idea di essere sempre al sicuro.

Non ho la più pallida idea di come si possa sganciare tutte quelle maledette rigidità, quei freni inibitori mentali, e ciecamente affidarsi ad un altro essere umano. 

Perché quelle pochissime volte in cui ho cercato di "alleggerirmi" ho preso delle mazzate. Non forti, in fondo non avevo investito granchè, soltanto una piccolissima parte di me, per cui dopo mi sono semplicemente guardata avanti, nonostante gli occhi languidi e la voglia di piangere.
Ho sempre cercato di fare la figura della "dura, forte, quella non ha bisogno di nessuno", convincendo gli altri e me stessa di ciò, una facile giustificazione alla mia solitudine, alle occasioni perse, a quei treni passati a folle velocità, mentre io rimanevo lì a guardare... impassibile, o addirittura indietreggiavo dalla paura.

La paura dell'ignoto, di lanciarsi in qualcosa che non saprai mai come andrà, di dare fiducia a qualcun' altro, di aprirsi completamente verso di esso.

Ecco ciò che mi ha fregato tanto e che lo sta facendo ancora, sempre più forte, prendendo le vie dell'abitudine, della rassegnazione.

Guardando gli altri noto quante storie siano riusciti a creare negli anni, nella loro adolescenza, nella gioventù. Alcune brevi, false, sbagliate, stupide, portatrici di dolore, altre meravigliosamente belle, piene, interminabili, che hanno regalato grandi cambiamenti interiori ed esteriori nella vita di ognuno.

Tutti sono cambiati, hanno ottenuto un loro bagaglio di esperienze, una vita nuova, realizzato alcuni sogni, viaggiato con la testa e con il cuore....

E io? 
Io sono stata tutto il tempo li ferma, dinanzi ad un ponte di legno posto  sopra ad un fiume, senza mai passarlo... Già convinta di cosa potesse esserci oltre: solo dolore, delusione.
Nei momenti di curiosità ho fatto un passetto in avanti, con tanta fatica e con un tremolio alle gambe esagerato, per poi, alla prima ventata, tornare indietro, persino ancor più indietro di dove ero partita, semplicemente per paura, per convinzione di non essere portata a tutto questo.

Andando a ritroso negli anni con la mente scorgo una serie di possibilità gettate al vento, disseminate nell'aria, lasciate agli altri per molteplici motivi...
"Troppo brutto, troppo sfigato, drogato, troppo grande, già corteggiato da molte altre, estremamente noioso, troppo possessivo, troppo serio, insensibile, non mi guarda nemmeno, troppo modaiolo, troppo sdolcinato..."
Verità e scuse che mi sono data per giustificare il mio "ritiro", il mio non provare a costruire qualcosa, ma piuttosto rimanere fissa nella posizione stabile, senza nessun ulteriore impegno, senza altri logorii mentali e senza dover parlare, esprimendo troppe confessioni indiscrete...
Ho sempre chiuso tutto in poco tempo, certe volte manco ho aperto la possibilità che mi era stata messa lì... Accanto. 

Ecco che riflettendo bene mi rendo conto che non ho mai amato nessuno poiché non ho mai provato ad amare. 
E che È anche normale non essere amati da qualcuno, sopratutto se io stessa non riesco a volermi bene, a coccolarmi, ad accettarmi veramente, concentrandomi solo sui milioni di difetti.

Forse l' unico che mi ha davvero voluto bene (non so se è davvero Amore, dato che non conosco il sentimento) è un ragazzo che ad oggi considero un grande amico.
Un amico da ben 6 anni, incontrato per caso un giorno estivo, al mare, con "amici di amiche", un ragazzo più grande di me di parecchi anni, con il quale fin da subito ho riso, scherzato a più non posso. Uno con cui mi sono confidata più avanti e che c è sempre stato nel momento del bisogno, per abbracciarmi mentre piangevo, per venirmi a trovare in ospedale, per portarmi a cena nei luoghi da sogno... pagando lui il conto salato per farmi vivere "da principessa una sera" , lui che si è sempre preoccupato di me, dandomi mille attenzioni, non vedendo l' ora di passare il tempo assieme, isolandosi dagli altri quando stavamo insieme..
Colui che mi ha regalato mazzi di fiori, di rose blu per farmi sorridere... Che mi ha sempre tirato su di morale, cercando di farmi convincere di quanto sia splendida, contrariamente a ciò che penso... 

Mi ricordo bene quel giorno, un anno dopo esserci conosciuti, quando mi chiese di uscire perché interessato a me.. (Si era capito tutti...) ed io, ragazzina di 17 anni, senza pensarci troppo gli risposi banalmente che lo reputavo solo un amico, ridendo con le altre della 'conquista"... Non fui carina, anzi fui proprio stronza, come lo sono ancora. 
Non mi resi conto del suo reale interesse, tant è che quando ci rivedemmo, stando soli, lui era silenzioso, scontroso ed io non ci pensavo nemmeno al suo precedente invito....
Poi tutto si stabilizzò in amicizia... Piano piano le attenzioni diminuirono, anche se lui è stato sempre sincero e terribilmente attrato da me (come si fa?!? Cosa c è in me di bello? Niente!!!!) 
Ancora oggi mi sento dire che ha smesso di provarci solo perché mi vuole talmente tanto bene da rispettare la mia scelta, i miei sentimenti....

Avrei voluto essere diversa. Avrei voluto non gettare una grande occasione così al vento, una splendida possibilità per poter essere felice, per sentirmi davvero amata e desiderata...  e per poter ricambiare tutto il bene che lui mi ha regalato senza la pretesa di riaverlo indietro...

Mi dispiace un sacco non aver avuto nè il coraggio, nè il reale interesse di gettarmi in una avventura. Mi dispiace non averci neanche provato, non essermi posta in bilico per vedere come sarebbe andata a finire.... Sono rimasta ferma nelle mie solite convinzioni, è troppo bravo, troppo serio, troppo grande, troppo possessivo..." Tutto Troppo per me..." 
Ed aver pensato inoltre di essere giudicata male dagli altri, come quella che lo avrebbe usato solo per un po.......

Avrei voluto dargli di più... Perché trovo estremamente ingiusto, triste non essere ricambiati a livello affettivo allo stesso modo...
Me lo sento addosso come un dovere morale che non sono riuscita a rispettare, a mettere in atto. 



Ed ecco che il sentirsi in colpa prende il sopravvento.....


Ps. Scusate la mia assenza, ma sono fortunatamente impegnata fra corso, lavoro, visite, che riesco a leggervi poco e a scrivere ancora meno... Sono riuscita a dedicarmi anche un pochino a me stessa, andando dal parrucchiere a farmi lo shatush... Una coccola che mi sono data, dopo mesi di totale trasandatezza a causa del basso livello di umore! 

Vi ringrazio per le visite e i commenti sul mio spazio. Sono contenta davvero.

Un bacio a tutti, Ilaria.