E' un periodo strano, di quelli in cui
accade di tutto, che spezzano la monotonia e i pensieri ossessivi
della malattia. Uno di quei momenti in cui non so' dove
mi sto' dirigendo, ma sono costretta a procedere in avanti,
indipendentemente dal dolore, dalle paure o dalla sfiducia. Perchè?
Perchè è arrivato il mese in cui
sfoderare gli artigli e, con essi, aggrapparsi fortissimo al terreno,
onde evitare di cadere giù, in fondo all'abisso. E' il giorno utile
per dimostrare la forza che ho dentro, tanto nascosta e tentennante
negli anni precedenti... L'attimo giusto per dare spazio alla
maturità, alla consapevolezza e, perchè no, alla poca saggezza che
mi ritrovo.
Ne sono successe tante, a partire dal
mio nonno materno in ospedale, colpito da un ictus celebrale.
Faccio presente (per far comprendere
meglio la situazione) che ho ancora tutti e quattro i nonni, tutti
anziani, tra gli ottanta e i novantacinque anni. Di quattro adesso
sono in tre ad essere affetti da patologie destabilizzanti, demenza
senile e appunto... ictus.
La prima ad ammalarsi fu mia nonna
materna, all'età di 84 anni, ictus piccoli e grandi che l'hanno resa
un semi vegetale. Ad oggi si trova allettata, con un sondino
nasogastrico per mangiare, il catetere e l'ossigeno ad alcune ore del
giorno. Da 5 anni e mezzo.
Poi c'è stata la nonna paterna, la
nonnina più amata con la quale ho trascorso gran parte della mia
infanzia, che ebbe un malore dopo 15 giorni che io ero tornata a casa
dal ricovero. Per lei ci sono colecisti, diabete da vent'anni e la
demenza senile che avanza progressiva, riuscendo a farla smettere di
camminare e attaccando parte del cervello.
Infine il nonno materno, il più
anziano ma il più sveglio di tutti che, d'improvviso, si ritrova
sbattuto in ospedale con ossigeno, catetere ,a mangiare cibi frullati
e a bere acqua gelificata per non affogare.
Tornato a casa mia mamma ha deciso di
sistemarlo in stanza assieme a nonna, in lettini diversi ovviamente,
con le sbarre e il materasso ad acqua per non subire arrossamenti e
pieghe.
Sembra che a tratti si disturbino tra
loro (ossia quando uno dorme l'altro parla ecc..) quindi forse, se
non sarà gestibile, prossimamente li divideremo.
Ci tengo però a parlarvi – per
finire con questa brutta storia ed incominciarne un'altra – di una
scena tanto triste quanto estremamente tenera e dolce.
“Mia mamma inizia a far contare mio
nonno, per tenere la mente allenata, nonno dice un numero e nonna
risponde, con quello successivo...INSIEME cominciano a contare...
fino a 30.”
Vederli in un letto, impossibilitati ad
abbracciarci, a toccarsi, persino a guardarsi negli occhi fa star
male... ma sentire le loro voci complici mi ha fatto commuovere.
L'altra recensione negativa è la morte
di un'amica e collega di mia mamma, precisamente la commercialista
dell'azienda dove lei lavora. Cliente affezionata del bar dove io
stessa ho lavorato, la quale ho servito molto spesso. Ricordo bene i
suoi gusti: “Spremuta d'arancia o cappuccino di soia e sfoglia alla
crema”.
C. è Morta di tumore al seno alla
soglia dei quarant'anni.
Combattente da due, sembrava essersi
ripresa dopo l'intervento, dopo aver frequentato ospedali esteri e le
migliori cliniche. Lunedì era a lavoro e all'alba di venerdì ci ha
salutati. Se ne va lasciando due bambini, uno di 11 anni e l'altra di
nove.
Adesso ci sono gli aspetti positivi,
giunti anch'essi di soppiatto, senza preavviso.
Il primo, meno importante, è stata la
vincita di due biglietti per il concerto di Eros Ramazzotti, a Firenze.Li ho vinti con RDS, partecipazione
fatta durante un momento di noia mentre pedalavo sulla mia compagna
fedele,la cyclette.
Incerta se andarci o no fino all'ultimo
a causa dei problemi di mio nonno, alla fine ho optato per andare,
assieme a mio fratello, così tanto contento ed entusiasta del
“regalo” che gli ho fatto.
Siamo stati insieme come non facevamo
da tanto, senza rispostacce, cattiverie varie e rancore che
solitamente ci serbiamo l'uno con l'altro. Abbiamo urlato, cantato,
riso, sudato nelle prime file del forum. Ci siamo abbracciati e dati
la mano durante le canzoni più romantiche... è stato tutto bello,
ma strano.
Eros Ramazzotti 12.10.2015 - Firenze (La foto è mia) |
Altra novità... forse quella che darà
atto a maggiori cambiamenti, è l'inizio di un tirocinio presso uno
studio commerciale a venti minuti da casa mia.
Ero stata informata di tale opportunità
un mesetto fa, da un'agenzia interinale.
Così avevo deciso di candidarmi, certa
che non mi avrebbero neanche chiamato per un colloquio.
Poi la telefonata, l'inesperienza del
mio curriculum in questo campo, il solo diploma di ragioniera, senza
alcuna conoscenza di programmi di contabilità o metodi operativi
nella pratica.
In sostanza: “Senza speranze”.
E invece, quando era gia' scaduto il
termine in cui avrei dovuto esser (eventualmente) ricontattata eccolo
lì, quello squillo sorprendente e quelle parole assai educate,
erudite e distante del mio futuro capo. Proprio ieri sono andata in ufficio a
firmare il contratto di tirocinio e domani dovrò completare la
prassi burocratica presso il centro dell'impiego per cominciare il
prossimo lunedì.
Dovrei essere contenta, vero?
Eppure non lo sono, non riesco a
rendermi conto di essere fortunata, di avere la possibilità di
mettermi alla prova, di fare una breve esperienza, almeno per sei
mesi.
Niente, nella mia testa c'è solo una
marea di confusione, di paure ed emozioni esplosive.
La paura di non essere all'altezza, che
non sia il lavoro adatto a me, di ingrassare clamorosamente dato che
starò molto seduta dinanzi ad una scrivania... mi impauriscono le 8
ore di lavoro e sopratutto le due ore e mezzo di pausa ogni giorno,
che trascorrerò sicuramente in solitudine (tornare a casa è
impensabile), vagando qua e là per la città, o mangiando
tristemente un'insalata, con mille pensieri ossessivi in testa. Ore
utili al pranzo che io non vorrei fare, ma che vorrei utilizzare per
la palestra, troppo lontana dal luogo di lavoro. Credo che
l'attività fisica si sposterà al fine settimana e a due sere post
lavoro. Altrimenti dovrò iscrivermi in una nuova palestra più
vicina... tuttavia l'idea di lasciare varie persone e ricominciare
“da capo” mi rattristisce.
Sono consapevole che tutta sta'
riflessione sia una baggianata assurda, una stronzata colossale da
bambina immatura ed ingrata, - come mi hanno urlato i miei (che
purtroppo non riescono a capire un bel nulla delle sensazioni
interiori e, anziché tendermi una mano, un abbraccio, scuotono la testa,
sospirano o mi offendono con qualche misero aggettivo) ma io ieri
sera ho pianto tanto, talmente tanto da provare a farmi del male e a
vomitare davanti a quel cavolo di bagno. … Ma non ci sono riuscita,
sono troppo inesperta e troppo egoista per sentire lo stomaco
graffiare o per vedere ferite sul corpo, su quel corpo che cerco
tanto di scolpire (invano ovviamente).
Adesso mi domando quanto io sia ancora
malata...
E mi spaventano fortemente i periodi di
grande preoccupazione come questi, in cui la ricaduta è dietro
l'angolo e l'anoressia fa capolino sghignazzando e tendendomi la
mano.
Tanto per risultare ancor più strana e
contorta vi dico che qualche giorno fa mi sono pure fatta i capelli. Data la ricrescita che avevo direi che
ce n'era estremamente bisogno.
E in aria di cambiamenti, una
schiaritura diversa ci sta' bene. Color rame.
(Foto penosa, ma l'unica che sono riuscita a farmi tra un pianto e l'altro) |
E con questa foto penosa vi saluto.
Un bacione a tutti, vi auguro una buona settimana.
Ilaria.
Un bacione a tutti, vi auguro una buona settimana.
Ilaria.