Image and video hosting by TinyPic


...Sono una bambina capricciosa e sognatrice,
una ragazza complicata e lunatica,
una donna che sta' nascendo e si fa forza per affrontare il peso della vita.


mercoledì 21 ottobre 2015

La vita continua

E' un periodo strano, di quelli in cui accade di tutto, che spezzano la monotonia e i pensieri ossessivi della malattia. Uno di quei momenti in cui non so' dove mi sto' dirigendo, ma sono costretta a procedere in avanti, indipendentemente dal dolore, dalle paure o dalla sfiducia. Perchè?
Perchè è arrivato il mese in cui sfoderare gli artigli e, con essi, aggrapparsi fortissimo al terreno, onde evitare di cadere giù, in fondo all'abisso. E' il giorno utile per dimostrare la forza che ho dentro, tanto nascosta e tentennante negli anni precedenti... L'attimo giusto per dare spazio alla maturità, alla consapevolezza e, perchè no, alla poca saggezza che mi ritrovo.



Ne sono successe tante, a partire dal mio nonno materno in ospedale, colpito da un ictus celebrale.
Faccio presente (per far comprendere meglio la situazione) che ho ancora tutti e quattro i nonni, tutti anziani, tra gli ottanta e i novantacinque anni. Di quattro adesso sono in tre ad essere affetti da patologie destabilizzanti, demenza senile e appunto... ictus.
La prima ad ammalarsi fu mia nonna materna, all'età di 84 anni, ictus piccoli e grandi che l'hanno resa un semi vegetale. Ad oggi si trova allettata, con un sondino nasogastrico per mangiare, il catetere e l'ossigeno ad alcune ore del giorno. Da 5 anni e mezzo.
Poi c'è stata la nonna paterna, la nonnina più amata con la quale ho trascorso gran parte della mia infanzia, che ebbe un malore dopo 15 giorni che io ero tornata a casa dal ricovero. Per lei ci sono colecisti, diabete da vent'anni e la demenza senile che avanza progressiva, riuscendo a farla smettere di camminare e attaccando parte del cervello.
Infine il nonno materno, il più anziano ma il più sveglio di tutti che, d'improvviso, si ritrova sbattuto in ospedale con ossigeno, catetere ,a mangiare cibi frullati e a bere acqua gelificata per non affogare.
Tornato a casa mia mamma ha deciso di sistemarlo in stanza assieme a nonna, in lettini diversi ovviamente, con le sbarre e il materasso ad acqua per non subire arrossamenti e pieghe.
Sembra che a tratti si disturbino tra loro (ossia quando uno dorme l'altro parla ecc..) quindi forse, se non sarà gestibile, prossimamente li divideremo.
Ci tengo però a parlarvi – per finire con questa brutta storia ed incominciarne un'altra – di una scena tanto triste quanto estremamente tenera e dolce.
“Mia mamma inizia a far contare mio nonno, per tenere la mente allenata, nonno dice un numero e nonna risponde, con quello successivo...INSIEME cominciano a contare... fino a 30.”
Vederli in un letto, impossibilitati ad abbracciarci, a toccarsi, persino a guardarsi negli occhi fa star male... ma sentire le loro voci complici mi ha fatto commuovere.

L'altra recensione negativa è la morte di un'amica e collega di mia mamma, precisamente la commercialista dell'azienda dove lei lavora. Cliente affezionata del bar dove io stessa ho lavorato, la quale ho servito molto spesso. Ricordo bene i suoi gusti: “Spremuta d'arancia o cappuccino di soia e sfoglia alla crema”.
C. è Morta di tumore al seno alla soglia dei quarant'anni.
Combattente da due, sembrava essersi ripresa dopo l'intervento, dopo aver frequentato ospedali esteri e le migliori cliniche. Lunedì era a lavoro e all'alba di venerdì ci ha salutati. Se ne va lasciando due bambini, uno di 11 anni e l'altra di nove. 


Adesso ci sono gli aspetti positivi, giunti anch'essi di soppiatto, senza preavviso.
Il primo, meno importante, è stata la vincita di due biglietti per il concerto di Eros Ramazzotti, a Firenze.Li ho vinti con RDS, partecipazione fatta durante un momento di noia mentre pedalavo sulla mia compagna fedele,la cyclette.
Incerta se andarci o no fino all'ultimo a causa dei problemi di mio nonno, alla fine ho optato per andare, assieme a mio fratello, così tanto contento ed entusiasta del “regalo” che gli ho fatto.
Siamo stati insieme come non facevamo da tanto, senza rispostacce, cattiverie varie e rancore che solitamente ci serbiamo l'uno con l'altro. Abbiamo urlato, cantato, riso, sudato nelle prime file del forum. Ci siamo abbracciati e dati la mano durante le canzoni più romantiche... è stato tutto bello, ma strano.

Eros Ramazzotti 12.10.2015 - Firenze (La foto è mia)
Altra novità... forse quella che darà atto a maggiori cambiamenti, è l'inizio di un tirocinio presso uno studio commerciale a venti minuti da casa mia.
Ero stata informata di tale opportunità un mesetto fa, da un'agenzia interinale.
Così avevo deciso di candidarmi, certa che non mi avrebbero neanche chiamato per un colloquio.
Poi la telefonata, l'inesperienza del mio curriculum in questo campo, il solo diploma di ragioniera, senza alcuna conoscenza di programmi di contabilità o metodi operativi nella pratica. 
In sostanza: “Senza speranze”.
E invece, quando era gia' scaduto il termine in cui avrei dovuto esser (eventualmente) ricontattata eccolo lì, quello squillo sorprendente e quelle parole assai educate, erudite e distante del mio futuro capo. Proprio ieri sono andata in ufficio a firmare il contratto di tirocinio e domani dovrò completare la prassi burocratica presso il centro dell'impiego per cominciare il prossimo lunedì.

Dovrei essere contenta, vero?

Eppure non lo sono, non riesco a rendermi conto di essere fortunata, di avere la possibilità di mettermi alla prova, di fare una breve esperienza, almeno per sei mesi.
Niente, nella mia testa c'è solo una marea di confusione, di paure ed emozioni esplosive.
La paura di non essere all'altezza, che non sia il lavoro adatto a me, di ingrassare clamorosamente dato che starò molto seduta dinanzi ad una scrivania... mi impauriscono le 8 ore di lavoro e sopratutto le due ore e mezzo di pausa ogni giorno, che trascorrerò sicuramente in solitudine (tornare a casa è impensabile), vagando qua e là per la città, o mangiando tristemente un'insalata, con mille pensieri ossessivi in testa. Ore utili al pranzo che io non vorrei fare, ma che vorrei utilizzare per la palestra, troppo lontana dal luogo di lavoro. Credo che l'attività fisica si sposterà al fine settimana e a due sere post lavoro. Altrimenti dovrò iscrivermi in una nuova palestra più vicina... tuttavia l'idea di lasciare varie persone e ricominciare “da capo” mi rattristisce.
Sono consapevole che tutta sta' riflessione sia una baggianata assurda, una stronzata colossale da bambina immatura ed ingrata, - come mi hanno urlato i miei (che purtroppo non riescono a capire un bel nulla delle sensazioni interiori e, anziché tendermi una mano, un abbraccio, scuotono la testa, sospirano o mi offendono con qualche misero aggettivo) ma io ieri sera ho pianto tanto, talmente tanto da provare a farmi del male e a vomitare davanti a quel cavolo di bagno. … Ma non ci sono riuscita, sono troppo inesperta e troppo egoista per sentire lo stomaco graffiare o per vedere ferite sul corpo, su quel corpo che cerco tanto di scolpire (invano ovviamente).

Adesso mi domando quanto io sia ancora malata...
E mi spaventano fortemente i periodi di grande preoccupazione come questi, in cui la ricaduta è dietro l'angolo e l'anoressia fa capolino sghignazzando e tendendomi la mano.

Tanto per risultare ancor più strana e contorta vi dico che qualche giorno fa mi sono pure fatta i capelli. Data la ricrescita che avevo direi che ce n'era estremamente bisogno.
E in aria di cambiamenti, una schiaritura diversa ci sta' bene. Color rame.

(Foto penosa, ma l'unica che sono riuscita a farmi tra un pianto e l'altro)



E con questa foto penosa vi saluto.
Un bacione a tutti, vi auguro una buona settimana.

Ilaria.