"Ciao nonno.
Te ne sei andato stamattina eppure mi
manchi gia'.
Sei la prima persona a me veramente
cara ad andarsene, il primo vero lutto familiare...
E' qualcosa di terribilmente nuovo al
quale non avrei voluto arrivare, pur sapendo che sarebbe stato
inevitabile.
Mi sembra tutto così strano, così
impossibile...
Eppure è vero, te ne sei andato dopo
settimane di inutile sofferenza.
E alla fine è stato meglio così, lo
ammetto...
… Però è difficile accettarlo,
accettare il “vuoto” materiale che lasci, il silenzio
agghiacciante, la camera spoglia.
Avrei bisogno di urlare, di urlare alla
vita e dirle che fa schifo,che è ingiusta, che non ero pronta ad
altrettanta sofferenza, ad altrettante lacrime perchè mi sembrava di
aver gia' barcollato tanto in questi ultimi anni...
Ma devo accettare l'ennesimo dolore e
dimostrare che non sono poi così debole come sembro...
Spero che sarai orgoglioso di me...
Ti voglio tanto bene nonno."
Queste sono le prime parole che mi sono
balzate al cervello dopo qualche ora di stallo, di riconnessione con
il mondo intero per testare se fosse realtà, se la telefonata di mio
padre, mentre ero gia' a lavoro fosse vera.
Ieri ho scritto queste righe con la voglia
di comunicare al mondo intero il mio dolore, di strillare più forte
che potessi...
Ho scritto su facebook per condividere
il terrore e il vuoto che mi logoravano (logorano ancora adesso), per
rendere partecipe persone assenti da tempo dalla mia vita e che non
sapevo come contattare. Molti di voi saranno contrari a questo tipo
di sbandieramento del dolore, storcerete il naso probabilmente...
Avevo tanto bisogno di non sentirmi
dannatamente sola ancora una volta, mentre trascorrevo il pomeriggio
con mio fratello con la febbre alta e i miei genitori a vegliare su
mio nonno... E' stata un'azione istintiva.... e pur una volta ho
deciso di far prevalere l'istinto sulla razionalità.
Domenica abbiamo portato nonno in
ospedale a causa del colore blu scuro/nero alle articolazioni,
sintomo gia' palese di una circolazione sanguina allo stremo.
Stava gia' molto male da due mesi, da
quando fu colpito da una serie di ictus celebrali.
Lo avevamo messo accanto a mia nonna,
sua moglie ancora in vita, se si può chiamare “vita” quella di
un vegetale.
Nonostante i danni
articolari-ossei-muscolari nonno era ancora vigile, riusciva a
comprendere benissimo la sua condizione e i relativi problemi che ne
derivavano.
Voleva morire, sapeva che sarebbe morto
presto, aveva paura... ma voleva farlo. Lo ha detto più volte, a
voce bassa e tremante.
Sapevamo che sarebbe finita presto, ci
avevano avvisato. Io ero pronta, pronta di ricevere la telefonata
tanto temuta, ed aggiungo pure speranzosa di metter fine alla sua
sofferenza. Ero preparata all'idea... però dall'ideale al reale ci
passa un oceano in mezzo...
Ed ecco che ogni mia fermezza, ogni
pensiero logico e non egoista vengono spazzati via in un attimo...
Il cuore batte forte e le lacrime
rigano il viso .. tento di nasconderlo, ma è
impossibile. La gente per strada mi guarda strana,
io continuo a correre...
Una corsa invana, diversa dalle solite
corse utili a scaricare il nervosismo e lo stress...
(...)
Vederlo steso su una cassa di legno,
immobile mi ha scioccato per qualche minuto.
Ho stretto la sua mano fredda, ho
accarezzato il suo viso stanco e provato dagli ictus...
Eppure è tanto bello. Nonostante la
morte lui è bello.
E' Bello nel suo corpo alto e
slanciato, nella sua giacca blu scura, nella cravatta a pois...
E' giovanile ed elegante come è sempre
stato: nel vestirsi, nel rapportarsi con gli altri.
Un nonno novantenne ma così moderno
nel suo modo di pensare... senza pregiudizi, senza quella mentalità
antica che di solito appartiene alla sua generazione.
Un uomo semplice, ma con un gran
cervello. Aperto alla tecnologia, al divertimento.
Appassionato di libri, del gioco
d'azzardo e dello sport.
Un contadino di olive, vigneti,
ciliege, noci...
Un bevitore di vino, ma non un gran
mangione, un amante della forma fisica giusta.
Un combattente della seconda guerra
mondiale. Un deportato in un campo di concentramento Tedesco. Una
delle ultime testimonianze di quella terribile tragedia.
E' questo e molto altro.
E lo sarà per sempre, oltre la
materialità della Vita, voglio convincermi che lui sia ancora qui
con noi, accanto alle nostre figure, alle nostre sensazioni, alle
nostre menti.
Voglio sperare che sia davvero così....
Lo immagino felice adesso. Seduto su un
tavolino a giocare a carte, un bicchiere del suo buon vino accanto e
il derby in sottofondo... O magari con il canestro (cestino in
dialetto) a cogliere le ciliege per poi portarmele....
Guardo il cielo scuro della notte...
C'è una stella in più stasera, quant'è luminosa...
Eccola... è proprio lui...
... Nonno!!!
Guardo il cielo scuro della notte...
C'è una stella in più stasera, quant'è luminosa...
Eccola... è proprio lui...
... Nonno!!!
...TI VOGLIO BENE NONNO...
PER SEMPRE!!!