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...Sono una bambina capricciosa e sognatrice,
una ragazza complicata e lunatica,
una donna che sta' nascendo e si fa forza per affrontare il peso della vita.


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mercoledì 11 marzo 2015

Amarsi, amare ed essere amati.



Non ho amato nessuno in 22 anni. Mai.
Mai provata quella sensazione di follia che molti raccontano come un dolce ricordo, come un vortice di emozioni esplosive, come una camminata tra le nuvole in mezzo al cielo limpido...

Mai avuto questa fortuna. Forse neanche si può parlare di fortuna, ma semplicemente di destino. ...Possibile che non sia destinata ad amare? A farmi amare? 
Certe volte ho la sensazione che sia davvero così. Altre invece no.
Penso spesso che il mio carattere è troppo complicato per poter essere apprezzato. La mia persona troppo solitaria, negativa, imbarazzata per potersi gettare lievemente nelle braccia altrui.

Le altre volte ritenere che sia "colpa del destino" la vedo solo come una stupida giustificazione per me stessa, cercando di incolparmi il meno possibile, ritenendo che non potevo (e non posso) fare nulla per cambiare.
Sono quasi sicura che amare sia da coraggiosi. 
Rischiare i propri sentimenti, gettarsi verso chi ci sta di fronte ad occhi chiusi, sono azioni compiute da coloro che hanno un grande coraggio.
Il coraggio di mettersi in gioco, vivendo davvero a 360 gradi.

Io non sono coraggiosa. 
Io preferisco rimanere ferma, stazionaria in una certa postazione, rigida, con l' idea di essere sempre al sicuro.

Non ho la più pallida idea di come si possa sganciare tutte quelle maledette rigidità, quei freni inibitori mentali, e ciecamente affidarsi ad un altro essere umano. 

Perché quelle pochissime volte in cui ho cercato di "alleggerirmi" ho preso delle mazzate. Non forti, in fondo non avevo investito granchè, soltanto una piccolissima parte di me, per cui dopo mi sono semplicemente guardata avanti, nonostante gli occhi languidi e la voglia di piangere.
Ho sempre cercato di fare la figura della "dura, forte, quella non ha bisogno di nessuno", convincendo gli altri e me stessa di ciò, una facile giustificazione alla mia solitudine, alle occasioni perse, a quei treni passati a folle velocità, mentre io rimanevo lì a guardare... impassibile, o addirittura indietreggiavo dalla paura.

La paura dell'ignoto, di lanciarsi in qualcosa che non saprai mai come andrà, di dare fiducia a qualcun' altro, di aprirsi completamente verso di esso.

Ecco ciò che mi ha fregato tanto e che lo sta facendo ancora, sempre più forte, prendendo le vie dell'abitudine, della rassegnazione.

Guardando gli altri noto quante storie siano riusciti a creare negli anni, nella loro adolescenza, nella gioventù. Alcune brevi, false, sbagliate, stupide, portatrici di dolore, altre meravigliosamente belle, piene, interminabili, che hanno regalato grandi cambiamenti interiori ed esteriori nella vita di ognuno.

Tutti sono cambiati, hanno ottenuto un loro bagaglio di esperienze, una vita nuova, realizzato alcuni sogni, viaggiato con la testa e con il cuore....

E io? 
Io sono stata tutto il tempo li ferma, dinanzi ad un ponte di legno posto  sopra ad un fiume, senza mai passarlo... Già convinta di cosa potesse esserci oltre: solo dolore, delusione.
Nei momenti di curiosità ho fatto un passetto in avanti, con tanta fatica e con un tremolio alle gambe esagerato, per poi, alla prima ventata, tornare indietro, persino ancor più indietro di dove ero partita, semplicemente per paura, per convinzione di non essere portata a tutto questo.

Andando a ritroso negli anni con la mente scorgo una serie di possibilità gettate al vento, disseminate nell'aria, lasciate agli altri per molteplici motivi...
"Troppo brutto, troppo sfigato, drogato, troppo grande, già corteggiato da molte altre, estremamente noioso, troppo possessivo, troppo serio, insensibile, non mi guarda nemmeno, troppo modaiolo, troppo sdolcinato..."
Verità e scuse che mi sono data per giustificare il mio "ritiro", il mio non provare a costruire qualcosa, ma piuttosto rimanere fissa nella posizione stabile, senza nessun ulteriore impegno, senza altri logorii mentali e senza dover parlare, esprimendo troppe confessioni indiscrete...
Ho sempre chiuso tutto in poco tempo, certe volte manco ho aperto la possibilità che mi era stata messa lì... Accanto. 

Ecco che riflettendo bene mi rendo conto che non ho mai amato nessuno poiché non ho mai provato ad amare. 
E che È anche normale non essere amati da qualcuno, sopratutto se io stessa non riesco a volermi bene, a coccolarmi, ad accettarmi veramente, concentrandomi solo sui milioni di difetti.

Forse l' unico che mi ha davvero voluto bene (non so se è davvero Amore, dato che non conosco il sentimento) è un ragazzo che ad oggi considero un grande amico.
Un amico da ben 6 anni, incontrato per caso un giorno estivo, al mare, con "amici di amiche", un ragazzo più grande di me di parecchi anni, con il quale fin da subito ho riso, scherzato a più non posso. Uno con cui mi sono confidata più avanti e che c è sempre stato nel momento del bisogno, per abbracciarmi mentre piangevo, per venirmi a trovare in ospedale, per portarmi a cena nei luoghi da sogno... pagando lui il conto salato per farmi vivere "da principessa una sera" , lui che si è sempre preoccupato di me, dandomi mille attenzioni, non vedendo l' ora di passare il tempo assieme, isolandosi dagli altri quando stavamo insieme..
Colui che mi ha regalato mazzi di fiori, di rose blu per farmi sorridere... Che mi ha sempre tirato su di morale, cercando di farmi convincere di quanto sia splendida, contrariamente a ciò che penso... 

Mi ricordo bene quel giorno, un anno dopo esserci conosciuti, quando mi chiese di uscire perché interessato a me.. (Si era capito tutti...) ed io, ragazzina di 17 anni, senza pensarci troppo gli risposi banalmente che lo reputavo solo un amico, ridendo con le altre della 'conquista"... Non fui carina, anzi fui proprio stronza, come lo sono ancora. 
Non mi resi conto del suo reale interesse, tant è che quando ci rivedemmo, stando soli, lui era silenzioso, scontroso ed io non ci pensavo nemmeno al suo precedente invito....
Poi tutto si stabilizzò in amicizia... Piano piano le attenzioni diminuirono, anche se lui è stato sempre sincero e terribilmente attrato da me (come si fa?!? Cosa c è in me di bello? Niente!!!!) 
Ancora oggi mi sento dire che ha smesso di provarci solo perché mi vuole talmente tanto bene da rispettare la mia scelta, i miei sentimenti....

Avrei voluto essere diversa. Avrei voluto non gettare una grande occasione così al vento, una splendida possibilità per poter essere felice, per sentirmi davvero amata e desiderata...  e per poter ricambiare tutto il bene che lui mi ha regalato senza la pretesa di riaverlo indietro...

Mi dispiace un sacco non aver avuto nè il coraggio, nè il reale interesse di gettarmi in una avventura. Mi dispiace non averci neanche provato, non essermi posta in bilico per vedere come sarebbe andata a finire.... Sono rimasta ferma nelle mie solite convinzioni, è troppo bravo, troppo serio, troppo grande, troppo possessivo..." Tutto Troppo per me..." 
Ed aver pensato inoltre di essere giudicata male dagli altri, come quella che lo avrebbe usato solo per un po.......

Avrei voluto dargli di più... Perché trovo estremamente ingiusto, triste non essere ricambiati a livello affettivo allo stesso modo...
Me lo sento addosso come un dovere morale che non sono riuscita a rispettare, a mettere in atto. 



Ed ecco che il sentirsi in colpa prende il sopravvento.....


Ps. Scusate la mia assenza, ma sono fortunatamente impegnata fra corso, lavoro, visite, che riesco a leggervi poco e a scrivere ancora meno... Sono riuscita a dedicarmi anche un pochino a me stessa, andando dal parrucchiere a farmi lo shatush... Una coccola che mi sono data, dopo mesi di totale trasandatezza a causa del basso livello di umore! 

Vi ringrazio per le visite e i commenti sul mio spazio. Sono contenta davvero.

Un bacio a tutti, Ilaria.