Ed eccomi qui con una irrefrenabile
voglia di scrivere, lasciata lì ormai a bruciare da giorni, in
attesa di quella illuminazione divina... che non c'è.
Che non c'è mai.
(Quindi vi tocca accontentarvi, mi
dispiace.)
Desidero scrivere, mettere per inciso
in miei sentimenti con l'illusione di capirci un po' di più, di dare
ordine a tutto il caos che ho in testa.
Sono qui davanti al computer in tuta,
rigorosamente abbinata: felpa beige, pantaloni marroni, calzettoni
(per me è sempre inverno) viola a righe, pantofole verdi. Una
accozzaglia che ogni fashion blogger mi invidierebbe.. no?
Ah gia', dimenticavo il tocco
finale...! Capelli legati con una treccia sfatta e occhiali di harry
potter.
Sono completamente scandalosa, lo so'.
Eppure credo che questi miei abiti, abbinati così... alla “cazzo”
(non c'è termine migliore) rappresentino la mia vita.
Sì, una vita alla cazzo in tutti i
campi.
Lavoro tanto per lavorare.
Parlo tanto per parlare.
Mangio tanto per mangiare.
Esco tanto per uscire.
Sorrido tanto per sorridere.
(…)
Mi ritrovo a fare le cose ogni giorno
semplicemente perchè “vanno fatte”.
Senza uno scopo ben preciso, senza una
meta prefissata, senza una voglia che mi fa fremere l'anima... senza
e basta.
Mi sento viva soltanto perchè mi vedo,
guardo gli altri attorno a me, mi muovo... tuttavia è come se stessi
compiendo le mie azioni senza volerlo davvero.
Come se qualcuno mi avesse ordinato di
farlo e io semplicemente ubbidisco. Senza troppa fatica, ma nemmeno
con il desiderio di dare atto a tutto ciò.
Mi pare di essere in preda ad un fiume
in piena, in una mattinata tiepida ma piovosa, in cui mi lascio
trascinare, a tratti velocemente, a tratti lievemente, dalla
corrente... spinta dalla forza di gravità scendo, arrivo fino a
valle.
Poi lì mi accorgo che ci sono tante
persone, ognuna di esse si dirige verso una direzione ben precisa,
sicure di sé (almeno mi sembra), coraggiose, felici di provarci, di
andare oltre.
Io sono in piano senza sapere neanche
per quale motivo sono qua, senza capire come ci sono arrivata e,
ovviamente, senza sapere dove andare.
...Non so' un cazzo, ecco.
Mi sento persa, disorientata, fragile, insicura e malfidata verso il paesaggio dinanzi ai miei occhi.
Riconosco di esserci gia' stata, ma non
in questo modo, non con questo senso di deriva.
Tutto il contrario.
Ricordo di aver percorso strade con
grande sicurezza, entusiasmo, ambizione. Camminavo, correvo in avanti
con la voglia di farlo, con la convizione che ciò fosse la cosa
giusta, la cosa adatta a me.
Adesso no.
Adesso cammino soltanto perchè di
rimanere ferma non me la sento, so' bene che non porta a niente. Non
torno indietro perchè l'inferno che c'è stato mi è bastato, e
ripeterlo sarebbe assolutamente rischioso e deleterio per me e per
chi mi sta vicino.
Quindi faccio passi in avanti, imbocco
più vie, alcune strette, tortuose, altre piene di fiori e festose...
Ma con quell'aria di un pesce fuor d'acqua, di colei che non si
riconosce in quell'ambiente, che patisce e ogni tanto desidererebbe
tornare in quel limbo. ...Dolce limbo illusorio dell'anoressia, dove
tutto era apparentemente sotto controllo, soddisfacente, pianificato.
Un anima in preda ad un assalto di
dubbi che attanagliano la mente, sempre più numerosi, sempre più
grandi e con il desiderio di essere scoperti, di cambiare forma, di
trovare finalmente una risposta per ognuno.
Punti interrogativi di qualsiasi tipo,
assolutamente banali, filosofici, personali, futuristici,
angoscianti...
Perchè continuo a camminare?A quale
scopo?
Perchè ho scelto questa strada?
Dove mi sto' dirigendo?
Farò una ennesima cazzata?
Chi sono io in fondo?
(...)
Una mente dispersa, succube, deviata...
con in atto una intensa crisi esistenziale.
Un bacio a tutti quanti voi!
Ancora grazie per le visite e i
commenti.
Ilaria.