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...Sono una bambina capricciosa e sognatrice,
una ragazza complicata e lunatica,
una donna che sta' nascendo e si fa forza per affrontare il peso della vita.


mercoledì 22 luglio 2015

Sento...

La connessione Internet ha smesso di funzionare, ancora una volta.
Devo rassegnarmi all'idea di guardare la mail e mettermi a scrivere.
Avrei voluto aggiornarvi da un po', ma i pensieri erano (sono) molto confusi.
Sono giorni in cui mi capita di aver voglia di dire mille cose, di urlare tutto e poi... rimango in silenzio, quel silenzio misterioso, riflessivo, un po' falso, triste.
Se vi dovessi rispondere sinceramente alla classica domanda: “Come stai?” vi giuro che andrei nel pallone completo.

Troppo complicato spiegarlo, troppe sensazioni discordanti, troppo caos.

Mi sento un'anima in pena.
Una di quelle che viaggiano senza soste, senza una meta.
E vi prego, non ditemi che presto troverò la strada.
Non ci sono strade che mi diano realmente conforto.
Non c'è via che mi appaghi e mi soddisfi.

...Sento le decine di mancanze che mi scivolano addosso, senza mai riuscire ad acchiapparne una.
Sento la paura di ingrassare, di non controllare più la fame, di ricadere nella merda di una volta.
Sento gli uccellini cantare beati fra gli alberi attorno a casa mia e per un attimo faccio penetrare quel lieve e dolce suono in quest'anima troppo cruda e sola.



(il "paradiso" vicino casa mia, foto fatta da me)

Sento il fruscio del venticello fresco d'estate nel mezzo a quello che io chiamo "Paradiso", quel momento di pienezza, di meravigliosa estraniazione dall'inferno giornaliero. Un brivido di serenità, l'unico.

Sento il silenzio delle mura di casa mentre tutti sono via, a lavoro, al mare, a fare la spesa, quell'assenza di rumore così angosciante... quasi tragica. Sembra la morte.
Sento lo stomaco bruciare dopo aver mangiato quello che ingurgitano i comuni mortali e odio me stessa per non averlo lasciato vuoto.
Sento le gocce di sudore su questo (odioso) corpo mentre sono in palestra a fare gli esercizi, quel caldo allucinante ancora un po' strano rispetto al freddo, alle mani ghiacciate di una volta. Un po' mi mancano. E' paradossale.
Sento la fatica dopo una giornata senza freni, fatta di attività fisica, di faccende e di lavoro. Ma non sento la soddisfazione per ciò che ho fatto.
Sento il lontano rumore delle onde del mare, di quei pochi giorni in cui ci sono andata.. Il sole che mi illuminava, un attimo di spensieratezza, di luce.
Sento le risate, i discorsi futili delle persone attorno a me... i clienti, i colleghi, gli istruttori e provo un senso di disgusto misto ad invidia. Vorrei saperlo fare anche io, vorrei farlo davvero, senza una maschera addosso.
Sento i miei genitori che parlano di notte, sono preoccupati per me, per la mia solitudine, la mia stanchezza, la mia scontentezza... Vorrei abbracciarli. Dire loro che non hanno colpe, che la sofferenza che provo non so' neanch'io da dove proviene.
Sento mia mamma vicina come non mai, di quella vicinanza affettuosa, rincuorante. Una mamma che cerca di nuovo di essere tale e che, allo stesso tempo, prova a sostituirsi alla figure mancanti: diventa un po' un'amica, una consigliera, una nonna, una sorella. E io dovrei ringraziarla donandole un sorriso, uno sprazzo di felicità in tutto questo schifo. Dovrei mentirle e dirle che sto' bene, dirle che ho risolto quasi tutto, che mi vedo magra e bella, sicura, soddisfatta. Perchè se lo meriterebbe. Si meriterebbe di essere un po' serena, di sentirsi una brava madre.
E invece le urlo, le confesso lo schifo che provo mentre mi guardo allo specchio, la tristezza di starmene sempre sola, i mancati inviti altrui, il lavoro frenetico e troppo pesante per la mia situazione.
Sento mio padre stanco, con il dolore alla gamba che non passa, i suoi lamenti e i suoi silenzi, ai suoi mentali allontanamenti quotidiani dal (brutto) mondo che lo circonda. Dovrei abbracciarlo, dovrei ringraziarlo per ciò che mi ha comprato.
Le infradito nuove, il braccialetto, i biscotti ed il formaggio che mi piacciono.
Ma niente, tiro su la testa - come per guardare Dio - in preda al panico di fronte a quel cibo che mangerò, credendo per un attimo che stia cercando di farmi ingrassare come un tacchino, settimane prima del ringraziamento.
Non c'è un “grazie babbo”, ma un viso incattivito, un ghigno improvviso e illogico.
Un attimo di odio per passare poi, nel giro di 5 dannati minuti, al pentimento, ai sensi di colpa che lacerano tutto, stomaco, cervello, cuore.



Sento le lacrime improvvise che mi rigano il volto, il broncio sul viso e intanto il vuoto torna sempre più prepotentemente, forte e furioso come un uragano fino a disperdersi nuovamente nell'aria...


Un saluto a tutti!!!

Ilaria

12 commenti:

  1. c'è una cosa..una sola..che proprio non devi fare..
    MENTIRE per accontentare.
    mentire per accontentarti.
    finirai col costruire un castello di bugie che ti inghiottirà..
    nè posso dirti che è un momento...
    potrebbe essere una vita.
    ma lottare spetta solo a noi.
    lottare per non soccombere...
    tu non hai colpe.
    semmai è il dolore che dovrebbe chiederti scusa.
    di averti mangiata.
    senza chiedere.
    senza restituirti il tempo presoti.
    puoi arrabbiarti.devi.
    e rimettere il dolore in un angolo...conficcarlo lì...nel remoto..
    è un dovere.e un diritto.
    verso di te.


    ti abbraccio

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    1. Grazie mille....
      Sei poetica mentre scrivi, lo fai in maniera così gentile e delicata..
      Il dolore in un angolo ci entrerà tutto..?!?...

      Un abbraccio a te!!

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  2. ...questo post ti vede molto meno in gamba rispetto a qualche post fa, e la cosa mi appare struggente al massimo!

    capisco che la malinconia di un cuore che si batte contro il senso di colpa continuo, è una lama che taglia la carne e fa stridere i denti, ma tu non devi mollare ragazza, non devi farlo mai, devi essere coriacea nel tuo difendere la tua felicità!

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    1. Grazie Patalice.
      Non credo che post fa fossi stata più in gamba, avevo semplicemente scritto nei momenti di scarsa negatività e di incoraggiamento.
      Sono una persona molto lunatica, dipende come mi becchi, purtroppo.
      Poi vabbè, il senso di colpa è quotidiano, quello non si sposta mai, a volte faccio solo finta di non provarlo, ecco.

      Un abbraccio!!

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  3. E' un post forte, questo, parecchio introspettivo, metaforicamente lo definirei come un fiume in piena che rompe gli argini e allaga tutto. Non sono nessuno per dirti questo o quello, e tu stessa hai "chieto" che non ti venisse detto "troverai la strada, andrà tutto bene" ecc... quindi, anche se posso pensarlo, non te lo dico. Oltretutto ti leggo ancora "da poco" per pretendere di capire a pieno quello che provi.
    Ciò che mi sento di dirti è di prendere molto sul serio le considerazioni del primo commento di questo post (pure il secondo, ma il primo in particolare), soprattutto non trincerarti mai dietro bugie, o false felicità, o apparenze: questa è la cosa peggiore che puoi fare. E allora, ti senti disperata? disperati, disperati come se non ci fosse un domani. Fino alla fine di questa disperazione, perchè una fine, come per tutto, c'è. Arriva anche a sfinirti per queste cose che ti turbano ma non accettare compromessi. Così, alla fine del dolore, vedrai che quell'abbraccio non sarà solo pensato ma che tu VORRAI darlo a chi ti ama e si strugge tanto per te. E, al suo interno, forse ritroverai il tuo equilibrio. Perchè non può piovere per sempre, e perchè realizzerai, a un certo punto, che se non parte da te la voglia di star bene non serve l'aiuto di nessun'altro.

    Spero perciò davvero che vorrai e saprai superare questo momento, cerca di aiutarti però tu per prima a farlo, perchè altrimenti rischi di creare freddezza in te e attorno a te, e non credo che questo ti aiuterebbe ;)

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    1. Caro Maurizio le tue parole sono fortemente vere! Hai ragione, non c'è che dire... sopratutto quando dici che la voglia di star bene deve partire da me stessa. Io, forse, attendo qualcuno che voglia il mio bene, senza amarmi io per prima. A dir la verità pensare di amare me stessa mi suona veramente male, non penso di meritarlo.
      E' una convinzione brutta, da togliere.. ma come? Ci ho provato un bel po', ma ho ottenuto ancora pochi risultati.
      Chissà se un giorno ci riuscirò...
      Grazie di cuore di questo bel commento!!!

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  4. è difficile commentare un post del genere.
    Mi dai l'idea di essere una persona estremamente intelligente, estremamente cerebrale e tanto più fragile per questo.
    Ogni cosa ti porta a pensarne altre mille per collegamento e i sensi di colpa, la tristezza ti inseguono di continuo.
    In parte ti capisco alla perfezione, quasi combaciamo in tratti caratteriali del genere.. ma leggerti così mi addolora.
    Non devi mentire a nessuno, in primis a te stessa e poi ai tuoi genitori.
    hai il diritto di essere infelice e se lo nascondi chi ti ama non lo saprà e non potrà aiutarti.
    è bello che loro ti siano così vicini e si preoccupino per te con tanta tenerezza, concentrati su questa cosa, ad esempio.
    (sì, te la invidio questa attenzione, non lo nego)
    Forse ti farebbe bene scrivere di più o disegnare o qualsiasi cosa ti aiuti a scaricare un po' i pensieri perché l'eccesso di raziocinio porta ansia e tristezza inevitabili.
    Qualsiasi cosa ma non lo sport, un qualcosa di più mentale, artistico.. qualsiasi cosa ti aiuti ad allentare lo stress sulla tua povera mente e sul tuo povero cuoricino.
    Che ne dici, ci proviamo?

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    1. Provarci sempre.

      ..Nonostante scriva frasi di questo genere (sull'onda depressa-pessimistica) ogni giorno tento di vederla diversamente. Ma puntualmente ci riesco sì e no una mezz'oretta, per tornare poi nel buio più infernale.

      Sullo scarico dei pensieri hai ragionissima.
      Pur avendo una voce molto scarsa amo cantare. Mi da' potenti emozioni... ho sempre voluto andare a lezioni di canto, ma per soldi e per lontananza non ho mai fatto tale esperienza. Però dovrei, sono certa che aiuterebbe.

      Ti ringrazio tantissimo per esserti sofferta di fronte al mio (brutto) post... ti mando un abbraccio!
      Grazie per la tua saggezza! :)

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  5. vai a camminare. Vai a fare il pieno del cielo, del vento, degli uccellini che cinguettano. Non risolverà quel che senti e provi, però riuscirai a dare un ritmo ai tuoi pensieri, a riordinarli, a svuotare la testa, forse. Leggi, scrivi, suona, disegna, ritagliati dei momenti in cui sgombrare la mente dai cattivi pensieri e occuparla con cose pratiche, sì, ma diverse dalle incombenze domestiche o lavorative. Non è che migliora tutto, però, magari, proverai un po' di sollievo. E tu hai tanto bisogno di sollievo e di leggerezza, perché sei così piena di cose, di pensieri, di turbamento, di senso di colpa, che imploderai. Hai bisogno di momenti in cui ritrovare il tuo spazio, in cui non sentirti oppressa dalle tue mancanze e dalle tue colpe, dove non sentirti inadeguata o sbagliata.
    Sei in gamba, Ilaria, sei una persona meravigliosa che sta lottando con una tenacia invidiabile per uscire da una situazione tremendamente difficile. La tua strada la troverai, troverai la tua luce, non so quando, però ce la farai. Tu meriti di farcela, e meriti di diventare una donna piena di qualità, lo dico davvero.
    Ma adesso respira, tira il fiato, svuota la testa. Lo so che è difficile, che è banale, che è impraticabile. Però provaci.
    Un abbraccio,
    Minerva

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    1. Minerva tu sei sempre adorabile.
      Piena di perle e di verità...
      Non posso contrariarti, ma credimi, dopo anni che corro, affanno, mi logoro, piango dentro (e fuori), tremo... non so' neanche più cosa significhi respirare profondamente, fermarsi un attimo, rilassarsi.
      Sono rare le volte che lo faccio e,fidati, mi fa così strano.
      Ci provo, ma con scarsa fiducia,con l'impegno, ma non dando il massimo.
      Forse è proprio qui il problema.

      Grazie di cuore!!!
      Un abbraccio!

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  6. Molto bello il commento di Minerva, proprio bello.

    Direi di iniziare dal punto principale. Non sai neppure tu perché stai così, da dove viene la tua sofferenza.
    Sbagliato. Non perché sei bugiarda, assolutamente, ma perché a volte quando stiamo male cominciamo a piangere perché nella nostra testa si affacciano tutte le cose 'sbagliate e storte' che abbiamo vissuto o fatto in quel momento, e sembra non ci sia un capo ed una fine, un modo per distinguerle una dall'altra. Ma se ti siedi, se per un attimo stai calma e ti chiedi 'Perché sto male?Cosa sta succedendo?' puoi cominciare a capire qual è la causa di tutto.
    Ed una volta che la individui puoi cominciare a muoverti verso la direzione giusta per risolverla,

    Ad esempio, qui hai scritto tante cose dolci per tua madre e tuo padre, nonostante i tuoi gesti verso di loro siano stati, fino ad ora, meno teneri. Però questo non significa che tu non possa rimediare. Se non sei brava ad esternare i tuoi veri sentimenti (per mille motivi, anche solo timidezza) fai delle piccole cose: una lettera, un biglietto sul cuscino, un fiore. Qualsiasi cosa che possa dir loro la gratitudine che senti per quello che fanno. Fidati che questo aiuterà molto di più te, perché amare le persone che ti amano è profondamente gratificante.
    Tua madre ti sta vicino, è una cosa bellissima, cerca di essere quello che non hai ancora trovato in altre persone, allora godine. Esci con lei, andate a passeggiare, condividi con lei anche le cose stupide, strappatevi sorrisi a vicenda, non c'è nulla di male, non è sbagliato, non è finto. E non deve neppure arrivare tutto in un colpo, può essere fatto tutto passo dopo passo.

    Non ti lasciare sopraffare dalle cose, dalla vita stessa. Controllala, non lasciare che sia lei a farlo di te. Se hai bisogno di cedere chiuditi in bagno, piangi quanto devi piangere, ma poi lavati la faccia, esci e vivi!
    Sii artefice del tuo destino, tutti hanno paura ma la paura non esiste.

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    1. "Controllo".
      Che bella parola Paola, mi da' l'idea di sicurezza, di ordine.
      Peccato che quando penso a tale termine mi viene in mente la sua connotazione negativa, quella malata, del controllo ossessivo sul cibo, sui kg, sulle calorie. Il controllo di alcune emozioni, per farne morire altre, per soffocare il dolore.
      Ho sempre (illusoriamente) creduto di controllare. E invece sono sempre stata controllata. Dal disturbo, dalla mente patologica, dalla frustrazione.
      Avrei il desiderio di controllarla io, la mia vita, di prendere le redini e fare un bel viaggio.
      Ma da dove comincio? Individuando cosa mi fa stare male? Ci ho provato, ho tentanto più volte invano... Ho guardato a fondo e ho avuto tanta paura, ribrezzo e colpi al cuore.
      Ma continuerò a provarci.

      Un abbraccio forte, grazie davvero!!!!!

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